Politique26 Novembre 2021 - 08:40
RACCONTI DALLE CIME
Abitiamo sulle montagne, pascoliamo le nostre mucche in cime così alte che solo le marmotte lo sanno… puliamo i prati, passiamo la trincia tutti gli anni, raccogliamo anche tanta plastica di chi non ha l’accortezza di riportarsela a valle. D’estate facciamo i fieni, a volte per fare due rotoballe, su pezzettini scoscesi e appezzamenti isolati. Facciamo i ruscelli per irrigare i campi e puliamo i canali, perché se piove tanto sono pericolosi. In autunno tagliamo la coppa, facciamo la scorta di legna. E’ una fatica e si perdono ore di lavoro, non lo facciamo per risparmiare, a conti fatti costa la legna, ma non ci piace usare il gasolio per scaldarci. In inverno la neve ricopre tutto, spaliamo tanto per portare i nostri bambini a scuola, non è sempre una vita facile, ma ci piace. In inverno tutto è più tranquillo. Ci piace sciare. Ci piace vivere in montagna. Negli anni i nostri nonni hanno iniziato ad aprire attività turistiche, oggi abbiamo degli alberghi, dei negozi, delle aziende agricole competitive. I nostri figli vanno all’Università, diventano medici, ingeneri, avvocati. Ma siamo sempre quelli che la montagna la vivono, la rispettano, la tutelano e la amano.
Seguiamo la politica e i lavori del Consiglio regionale, e capiamo bene che ci siano contrasti, idee diverse su come spendere le risorse di tutti. Bene che sia così. Troviamo normale che la retorica politica porti anche a contrapposizioni forti e toni talvolta pesanti. Non accettiamo però di essere trascinati, noi "popoli della montagna” in questa diatriba. Non accettiamo di essere dipinti come cementificatori dell’ambiente che più amiamo, non accettiamo di essere additati come biechi seguaci del denaro che farebbero di tutto pur di guadagnare qualche soldo in più. Vediamo il collegamento di Cime Bianche come un’opportunità per migliorare il turismo che certamente avrà delle ricadute positive anche sul tessuto economico. Questo è un reato? Siamo dei banditi? Siamo degli scellerati perché cerchiamo di continuare a vivere sulle nostre montagne, con opportunità di lavoro, di crescita professionale?
O forse dobbiamo continuare a pascolare le nostre due mucche suonando il frustapot, davanti alla baita di Heidi senza luce e senza acqua? Continuate pure a discutere su cosa sia meglio, ma non trattate tutti come dei delinquenti, perché questo non lo accettiamo. Non fate le vostre battaglie ideologiche osando cianciare salvaguardie ambientali di luoghi che non vivete, che non conoscete, con retropensieri offensivi e denigranti. Vi sembrerà strano ma tra i sostenitori del collegamento intervallivo c’è anche tanta brava gente, che non ha intrallazzi di nessun tipo, ma solo l’aspettativa di vivere in maniera decorosa là dove è nata. Ci piace parlare in patois, scrivere e leggere in francese, ma abbiamo preferito esprimerci in italiano, per farci capire anche dai tanti osteggiatori del collegamento intervallivo che vivono fuori Valle.
Aosta, li 26 novembre 2021
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Abitiamo sulle montagne, pascoliamo le nostre mucche in cime così alte che solo le marmotte lo sanno… puliamo i prati, passiamo la trincia tutti gli anni, raccogliamo anche tanta plastica di chi non ha l’accortezza di riportarsela a valle. D’estate facciamo i fieni, a volte per fare due rotoballe, su pezzettini scoscesi e appezzamenti isolati. Facciamo i ruscelli per irrigare i campi e puliamo i canali, perché se piove tanto sono pericolosi. In autunno tagliamo la coppa, facciamo la scorta di legna. E’ una fatica e si perdono ore di lavoro, non lo facciamo per risparmiare, a conti fatti costa la legna, ma non ci piace usare il gasolio per scaldarci. In inverno la neve ricopre tutto, spaliamo tanto per portare i nostri bambini a scuola, non è sempre una vita facile, ma ci piace. In inverno tutto è più tranquillo. Ci piace sciare. Ci piace vivere in montagna. Negli anni i nostri nonni hanno iniziato ad aprire attività turistiche, oggi abbiamo degli alberghi, dei negozi, delle aziende agricole competitive. I nostri figli vanno all’Università, diventano medici, ingeneri, avvocati. Ma siamo sempre quelli che la montagna la vivono, la rispettano, la tutelano e la amano.
Seguiamo la politica e i lavori del Consiglio regionale, e capiamo bene che ci siano contrasti, idee diverse su come spendere le risorse di tutti. Bene che sia così. Troviamo normale che la retorica politica porti anche a contrapposizioni forti e toni talvolta pesanti. Non accettiamo però di essere trascinati, noi "popoli della montagna” in questa diatriba. Non accettiamo di essere dipinti come cementificatori dell’ambiente che più amiamo, non accettiamo di essere additati come biechi seguaci del denaro che farebbero di tutto pur di guadagnare qualche soldo in più. Vediamo il collegamento di Cime Bianche come un’opportunità per migliorare il turismo che certamente avrà delle ricadute positive anche sul tessuto economico. Questo è un reato? Siamo dei banditi? Siamo degli scellerati perché cerchiamo di continuare a vivere sulle nostre montagne, con opportunità di lavoro, di crescita professionale?
O forse dobbiamo continuare a pascolare le nostre due mucche suonando il frustapot, davanti alla baita di Heidi senza luce e senza acqua? Continuate pure a discutere su cosa sia meglio, ma non trattate tutti come dei delinquenti, perché questo non lo accettiamo. Non fate le vostre battaglie ideologiche osando cianciare salvaguardie ambientali di luoghi che non vivete, che non conoscete, con retropensieri offensivi e denigranti. Vi sembrerà strano ma tra i sostenitori del collegamento intervallivo c’è anche tanta brava gente, che non ha intrallazzi di nessun tipo, ma solo l’aspettativa di vivere in maniera decorosa là dove è nata. Ci piace parlare in patois, scrivere e leggere in francese, ma abbiamo preferito esprimerci in italiano, per farci capire anche dai tanti osteggiatori del collegamento intervallivo che vivono fuori Valle.
Aosta, li 26 novembre 2021