Idées23 Mai 2017 - 15:54
E partita la campagna per tentare di evitare lo spostamento delle scuole superiori dal centro della città alla grande scuola in regione Tzambarlet. Mantenere le scuole ad Aosta, dicono coloro che ne avversano lo spostamento, è necessario per una numerosa serie di ragioni. Tutte negative a parer loro.
Per ora nessuno ha ancora provato a evidenziare gli aspetti positivi derivanti dallo spostamento. Eppure questi sono numerosi e soprattutto concreti, rispetto ad improbabili ed incerte ipotesi che prefigurano future sistemazioni in edifici da recuperare e ristrutturare, con infinite incertezze di tempi e di costi, che i referendari si guardano bene di ipotizzare.
La nuova area ha grandi potenzialità a partire da una collocazione ottimale in prossimità di tutte le principali strutture sportive della città e limitrofe: palaghiaccio, piscine, palazzetto dello sport indoor, campo di atletica, campo di rugby, bocciodromo, vicinanza della pista ciclabile, campi di calcio aree verdi e parcheggi.
Solitamente guardiamo con una certa invidia alle strutture scolastiche di quei paesi che offrono ai loro studenti ottime strutture sportive. Pare invece che gli oppositori della nuova realizzazione siano per una collocazione più urbana e meno orientata alla teoria del "mens sans in copore sano”.
Forse essi considerano che gli spostamenti stagionali degli alunni, nelle ore consacrate alle attività motorie, dalle attuali scuole per raggiungere "pedibus calcantibus” le strutture sportive sopra citate, contribuiscano ad elevarne il livello educativo consentendo loro di approfondire, durante il tragitto, l’educazione stradale indispensabile districarsi tra incroci e strade.
Fantasiosa l’idea che essi esprimono sostenendo che aggregare il tutto in un’unica struttura, peraltro energeticamente performante, possa aggravare i costi di gestione. Risulta difficile comprendere quale sia il vantaggio economico che i fautori dello "status quo”, intravedono nel mantenere in funzione più strutture separate, con impiantistiche e personale moltiplicati, rispetto all’economicità di una gestione unica centralizzata.
La mobilità è poi evocata con toni da tregenda. Vengono espresse preoccupazioni di vario genere facendo riferimento al vigente piano di trasporti che, come loro sanno bene, è stato definito in base alle attuali esigenze dell’utenza. Si guardano bene dal dire che, come sempre è accaduto e come sempre accadrà, esso non avrà problemi ad essere tarato e variato in base alle nuove esigenze. Non si vede quindi che senso abbia parlare di cambiamento "delle abitudini, a cominciare dal 60% di coloro che vengono da fuori Aosta” come qualcuno dei referendari ha fatto.
Ma la frottola più colossale viene sparata quando si afferma che "molti si troverebbero a dover partire un’ora prima per raggiungere le scuole con notevoli conseguenze anche sul rendimento scolastico”. Trattasi di una balla aprioristica che, come già accaduto in altri percorsi referendari, messi in opera sempre soliti noti, cerca di impressionare i cittadini con bugie in libertà.
Si capisce bene che per sostenere le proprie tesi i futuri referendari non abbiano esitazioni nel fare ricorso agli argomenti più improbabili. Per loro conta scatenate la bagarre e creare incertezze per conseguire il successo. Il benessere, il confort, la riduzione degli oneri, non sono al centro della loro attenzione. D’altronde questo è il loro modo di agire: essere contro a priori, senza mai fare neppure il minimo sforzo per cercare di intravedere qualche elemento positivo in ciò che propongono altri.
Rubriques Idées
MARDI 19 décembre 2017
12:20LUNDI 21 août 2017
10:57MERCREDI 5 octobre 2016
09:53MARDI 20 septembre 2016
10:56VENDREDI 15 juillet 2016
14:15JEUDI 7 juillet 2016
17:46MERCREDI 29 juin 2016
11:26LUNDI 27 juin 2016
12:26agenda
vidéos
images
2016 Rencontres sul le territoire
2015 Congrès des 3 et 4 octobre
Idées23 Mai 2017 - 15:54
E partita la campagna per tentare di evitare lo spostamento delle scuole superiori dal centro della città alla grande scuola in regione Tzambarlet. Mantenere le scuole ad Aosta, dicono coloro che ne avversano lo spostamento, è necessario per una numerosa serie di ragioni. Tutte negative a parer loro.
Per ora nessuno ha ancora provato a evidenziare gli aspetti positivi derivanti dallo spostamento. Eppure questi sono numerosi e soprattutto concreti, rispetto ad improbabili ed incerte ipotesi che prefigurano future sistemazioni in edifici da recuperare e ristrutturare, con infinite incertezze di tempi e di costi, che i referendari si guardano bene di ipotizzare.
La nuova area ha grandi potenzialità a partire da una collocazione ottimale in prossimità di tutte le principali strutture sportive della città e limitrofe: palaghiaccio, piscine, palazzetto dello sport indoor, campo di atletica, campo di rugby, bocciodromo, vicinanza della pista ciclabile, campi di calcio aree verdi e parcheggi.
Solitamente guardiamo con una certa invidia alle strutture scolastiche di quei paesi che offrono ai loro studenti ottime strutture sportive. Pare invece che gli oppositori della nuova realizzazione siano per una collocazione più urbana e meno orientata alla teoria del "mens sans in copore sano”.
Forse essi considerano che gli spostamenti stagionali degli alunni, nelle ore consacrate alle attività motorie, dalle attuali scuole per raggiungere "pedibus calcantibus” le strutture sportive sopra citate, contribuiscano ad elevarne il livello educativo consentendo loro di approfondire, durante il tragitto, l’educazione stradale indispensabile districarsi tra incroci e strade.
Fantasiosa l’idea che essi esprimono sostenendo che aggregare il tutto in un’unica struttura, peraltro energeticamente performante, possa aggravare i costi di gestione. Risulta difficile comprendere quale sia il vantaggio economico che i fautori dello "status quo”, intravedono nel mantenere in funzione più strutture separate, con impiantistiche e personale moltiplicati, rispetto all’economicità di una gestione unica centralizzata.
La mobilità è poi evocata con toni da tregenda. Vengono espresse preoccupazioni di vario genere facendo riferimento al vigente piano di trasporti che, come loro sanno bene, è stato definito in base alle attuali esigenze dell’utenza. Si guardano bene dal dire che, come sempre è accaduto e come sempre accadrà, esso non avrà problemi ad essere tarato e variato in base alle nuove esigenze. Non si vede quindi che senso abbia parlare di cambiamento "delle abitudini, a cominciare dal 60% di coloro che vengono da fuori Aosta” come qualcuno dei referendari ha fatto.
Ma la frottola più colossale viene sparata quando si afferma che "molti si troverebbero a dover partire un’ora prima per raggiungere le scuole con notevoli conseguenze anche sul rendimento scolastico”. Trattasi di una balla aprioristica che, come già accaduto in altri percorsi referendari, messi in opera sempre soliti noti, cerca di impressionare i cittadini con bugie in libertà.
Si capisce bene che per sostenere le proprie tesi i futuri referendari non abbiano esitazioni nel fare ricorso agli argomenti più improbabili. Per loro conta scatenate la bagarre e creare incertezze per conseguire il successo. Il benessere, il confort, la riduzione degli oneri, non sono al centro della loro attenzione. D’altronde questo è il loro modo di agire: essere contro a priori, senza mai fare neppure il minimo sforzo per cercare di intravedere qualche elemento positivo in ciò che propongono altri.