Santé9 Mai 2017 - 16:08
La politica degli annunci e del "faremo” inizia a mietere i primi clamorosi insuccessi. Ne è un fulgido esempio quello del nuovo Piano (con la maiuscola) del welfare, profetizzato ad ogni occasione dall’allora neo – assessore alla sanità Viérin nel corso del 2016.
Svariate sono state le comunicazioni indirizzate alle persone interessate ed alle OO.SS. che hanno contribuito a cambiare radicalmente il Fosson - pensiero che indicava, all’epoca del suo primato assessorile, la soluzione della questione con la privatizzazione dei servizi.
Il neo – assessore Viérin aveva invece lanciato l’ipotesi della costituzione di un’azienda pubblica, nella quale avrebbe poi dovuto transitare il personale OSS entro luglio 2017.
Oggi però le previsioni sono state clamorosamente smentite e dicono ben altro, poiché la possibile (e non certa) data per tale operazione andrebbe, per ora, prevista alla fine del lontano 2019.
Naturalmente gli annunci di partenza del neo – assessore declinavano una serie di ulteriori misure (i cosiddetti annunci a cascata) che prevedevano: il mantenimento della gestione pubblica; la salvaguardia del contratto di lavoro per tutto il personale; una integrazione, quasi paradisiaca, per gli utenti, dei vari livelli di assistenza, con attuazione di servizi domiciliari o residenziali, ecc. ecc.
Ma, ahimè! Sovente gli annunci e la dura realtà si scontrano e così il neo – assessore, mentre da un lato ha operato per stabilire la proroga delle graduatorie in essere dall’altro ha dovuto prendere atto che, per legge, le assunzioni non potessero superare i 36 mesi.
Siccome i provvedimenti in essere non consentivano di superare la carenza di figure professionali, ecco rispuntare la politica degli annunci che trova, questa volta, una realizzazione pratica nell’avvio di un concorso regionale per avere una graduatoria da cui attingere del personale disponibile.
Manca però il pezzo conclusivo a tutta la vicenda poiché le disposizioni vigenti fissano le percentuali di assunzioni al 50% dei posti vacanti. Ciò significa che tutti i colpi infilati nel caricatore degli annunci non possono essere sparati. Essi sono a salve.
Ed infine c’è una piccola variabile che spariglia tutto, poiché si sa "c’est l’argent qui fait la guerre”. Purtroppo l’argent non c’è. I soggetti gestori delle Collettività Locali sono in apnea economica. Essi non dispongono infatti delle risorse necessarie per fare fronte alle spese che l’annunciato Piano (con la maiuscola) del welfare genererebbe a partire delle eventuali sostituzioni del personale.
La questione è intricata, le soluzioni sono difficili e chi si trova strozzato, senza alcuna colpa sono i lavoratori da un lato e gli Enti gestori dall’altro. Dopo gli annunci servirebbero fatti. Però nel frattempo c’è stata la presa del palazzo. Il ribaltone ha dovuto cercare di concretizzarsi. C’è una nuova governante. Il vecchio neo – assessore è stato sostituito da un altro giovane neo – assessore ed egli è diventato, a sua volta, un giovane neo – assessore in un altro settore.
Insomma un’insieme di neo – qualcosa che per ora lascia un solo grande NEO su tutta la vicenda e fa sperare in un sistema di welfare meno strombazzato ma più efficace possa funzionare anche solo con un piano con la p minuscola.
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Santé9 Mai 2017 - 16:08
La politica degli annunci e del "faremo” inizia a mietere i primi clamorosi insuccessi. Ne è un fulgido esempio quello del nuovo Piano (con la maiuscola) del welfare, profetizzato ad ogni occasione dall’allora neo – assessore alla sanità Viérin nel corso del 2016.
Svariate sono state le comunicazioni indirizzate alle persone interessate ed alle OO.SS. che hanno contribuito a cambiare radicalmente il Fosson - pensiero che indicava, all’epoca del suo primato assessorile, la soluzione della questione con la privatizzazione dei servizi.
Il neo – assessore Viérin aveva invece lanciato l’ipotesi della costituzione di un’azienda pubblica, nella quale avrebbe poi dovuto transitare il personale OSS entro luglio 2017.
Oggi però le previsioni sono state clamorosamente smentite e dicono ben altro, poiché la possibile (e non certa) data per tale operazione andrebbe, per ora, prevista alla fine del lontano 2019.
Naturalmente gli annunci di partenza del neo – assessore declinavano una serie di ulteriori misure (i cosiddetti annunci a cascata) che prevedevano: il mantenimento della gestione pubblica; la salvaguardia del contratto di lavoro per tutto il personale; una integrazione, quasi paradisiaca, per gli utenti, dei vari livelli di assistenza, con attuazione di servizi domiciliari o residenziali, ecc. ecc.
Ma, ahimè! Sovente gli annunci e la dura realtà si scontrano e così il neo – assessore, mentre da un lato ha operato per stabilire la proroga delle graduatorie in essere dall’altro ha dovuto prendere atto che, per legge, le assunzioni non potessero superare i 36 mesi.
Siccome i provvedimenti in essere non consentivano di superare la carenza di figure professionali, ecco rispuntare la politica degli annunci che trova, questa volta, una realizzazione pratica nell’avvio di un concorso regionale per avere una graduatoria da cui attingere del personale disponibile.
Manca però il pezzo conclusivo a tutta la vicenda poiché le disposizioni vigenti fissano le percentuali di assunzioni al 50% dei posti vacanti. Ciò significa che tutti i colpi infilati nel caricatore degli annunci non possono essere sparati. Essi sono a salve.
Ed infine c’è una piccola variabile che spariglia tutto, poiché si sa "c’est l’argent qui fait la guerre”. Purtroppo l’argent non c’è. I soggetti gestori delle Collettività Locali sono in apnea economica. Essi non dispongono infatti delle risorse necessarie per fare fronte alle spese che l’annunciato Piano (con la maiuscola) del welfare genererebbe a partire delle eventuali sostituzioni del personale.
La questione è intricata, le soluzioni sono difficili e chi si trova strozzato, senza alcuna colpa sono i lavoratori da un lato e gli Enti gestori dall’altro. Dopo gli annunci servirebbero fatti. Però nel frattempo c’è stata la presa del palazzo. Il ribaltone ha dovuto cercare di concretizzarsi. C’è una nuova governante. Il vecchio neo – assessore è stato sostituito da un altro giovane neo – assessore ed egli è diventato, a sua volta, un giovane neo – assessore in un altro settore.
Insomma un’insieme di neo – qualcosa che per ora lascia un solo grande NEO su tutta la vicenda e fa sperare in un sistema di welfare meno strombazzato ma più efficace possa funzionare anche solo con un piano con la p minuscola.